Archivio mensile:gennaio 2012

6 Agosto 1936

Racconto Bonsai: Formiche.

Anna guardò il corpo attraverso il vetro: anche se privo di peli, aveva dei duri lineamenti mascolini (un lenzuolo copriva gli organi sessuali, ma parevano non esserci dubbi), di età indefinibile.
L’elemento più sconcertante era dato dalla colorazione dell’epidermide, di un rosso rubino sfolgorante.
-Allora? Che ne dici?
La frase di Marta spezzò l’incantesimo imbastito da quella visione e fu costretta a voltarsi suo malgrado.
-Tutto questo è una follia.
Marta sfoggiò una finta espressione sdegnata, prima di rispondere: -E’ inutile che ti scandalizzi, hai contribuito anche tu.
La donna, indicando l’uomo sdraiato sul lettino con gli occhi chiusi, continuò spietata: -La mia conoscenza dell’ingegneria genetica unita al tuo procedimento di gestazione umana accelerata ha prodotto un essere costituito totalmente da sinapsi cerebrali.
-Avremmo dovuto fermarci prima.
Marta quasi aggredì l’amica: -Ora che siamo così vicine? Abbiamo creato un computer umano senziente dalle capacità di elaborazione illimitate e gli abbiamo fornito tutto lo scibile umano, dobbiamo solo aspettare…
-Aspettare che si svegli e ci fornisca la soluzione a tutti i problemi dell’uomo? Tu sei matta e anche io sono stata una pazza a averti dato retta.
-Formiche.
Le due donne si arrestarono di scatto a quella voce estranea e si voltarono verso la figura dietro il vetro.
L’uomo rosso era ancora sdraiato, ma il capo era rivolto verso le due donne e gli occhi, dalle iridi arancioni, aperti.
-Come?
Anna fu la prima a riprendersi e a reagire.
-Cosa hai detto?
-Formiche.
-Non capisco.
La creatura di rubino rimase immobile, inespressiva.
-Voi vi preoccupate di quello che fanno le formiche?
La consapevolezza si fece largo nel silenzio che seguì, pesante come un assenso.
-Allora perché dovrei farlo io.