Archivio mensile:settembre 2014

Recensione, omaggio per Strategie Evolutive: Omicidi e incantesimi

Cast A Deadly Spell

Sinossi: H.P Lovecraft è un detective privato nella Los Angeles del 1948 che si arrabatta come in un mondo in cui la magia è diventata di uso comune. Un giorno viene contattato da uno degli uomini più ricchi e potenti della città, Amos Hackshaw; l’incarico è recuperare un libro, Il Necronomicon.

Commento: prima di parlare di questo film televisivo del 1991, mi sembra giusto e doveroso dire come ne sono venuto a conoscenza; l’autore del misfatto (se così si può dire) è Davide Mana che ne ha parlato nel suo blog Strategie Evolutive. Chi conosce e legge le mie pagine sa che ho citato spesso Strategie Evolutive (da qui SE) e mi  è dispiaciuto molto apprendere che sta per chiudere.
Non entro qui nelle decisioni di Davide (che considero un amico) che condivido e comprendo, ma voglio rendere un piccolo omaggio a un sito che con le sue recensioni, i suoi consigli e la sua avvedutezza ha contribuito non poco ad ampliare il mio gusto e la mia conoscenza del mondo del fantastico.
Ma questo non vuol essere un necrologio per SE, né un elogio funebre per Davide Mana (che non è assolutamente morto come lui tiene scherzosamente a puntualizzare): anzi continua a lavorare in maniera febbrile (a breve tra parentesi recensirò un suo nuovo e-book), ma mi sembrava giusto sottolineare con un piccolo omaggio il lavoro di una persona che si è distinta (e si distingue) per competenza, gentilezza e spirito in tutti questi anni.
Ma torniamo alla recensione di “Cast a Deadly Spell” (questo il titolo originale, meglio di quello orrido italiano) è un ottimo esempio di ucronia urban-noir con venature di commedia. La trama non è banale e scorre liscia come l’olio ricca di citazioni e omaggi.
Non ci annoia e ci si diverte nel vedere un detective che rifiuta incantesimi e affini in un mondo basato sulla magia.
Il regista Martin Campbell negli anni successivi alternerà buone prove (La maschera di Zorro, Casinò Royale) a vere ciofeche (Lanterna Verde).

Giudizio finale: consigliatissimo se lo trovate in passaggio televisivo (assai raro) oppure se lo cercate sul tubo.

Capitolo 10. Flashback 3°, La decisione difficile.

computer_virus

16 Giugno 1999 Ore 22:00

-Non so come ha fatto, ma le consiglio di uscire dal mio computer. Questa è una linea militare e lei sta commettendo un reato…
L’uomo si fermò al sentire un risata dall’altra parte dello schermo: un ragazzo sui sedici anni lo fissava con uno strano ghigno sul volto.
La cosa veramente inquietante era la luminescenza verdastra dei suoi occhi.
-Scusi signor Presidente, ma non sono un hacker. E poi, anche se lo fossi, con l’invasione dei Turran in atto non avrebbe alcuna importanza.
-I Turran?
-Ah già, la vostra intelligence non ha ancora scoperto nulla… Ha presente quei grossi alieni armati pesantemente e che ci stanno facendo il culo su tutto il pianeta? Sono loro i Turran.
-Ma come si permette…
Il sorriso sparì dal volto del ragazzo e divenne serio.
-Signor Presidente le assicuro che la mia non è una burla.
Detto questo premette un bottone sulla tastiera.
-Ma lascerò che siano i dati che le sto mandando a parlare per me e per il piano che ho in mente.

 

-Non è possibile, lei non può chiedermi questo.
-L’unica alternativa è l’estinzione. O noi o loro.
-Ma quello che mi chiede… La tossina non solo ucciderà i Turran, ma anche le migliaia di persone che sono state contaminata dalla loro tecnologia e dalle loro armi e che sono sopravvissute.
-Non siamo riduttivi, stiamo parlando di milioni di persone, che comunque sarebbero condannate allo sterminio.
-Io non posso…
-La esorto a pensare a quanti invece si salveranno.
-Non può chiedermi questo.
-E non sarei a chiederglielo infatti. Se potessi lo farei da solo e senza remore, ma non né i mezzi né la possibilità.
-Ma come posso?
-Lei può e deve, signor Presidente, è tutto nelle sue mani. La decisione spetta a lei e deve decidere in fretta.

Questa volta tocca a noi lettori

lettore

Oggi voglio parlare di noi lettori, parlo al plurale e mi conto nella categoria, perché credo e spero che molto debba cambiare nel mondo dell’editoria se vuol avere un minimo di futuro nel nostro paese, ma che sopratutto debba mutare qualcosa nell’utente finale.
Mi pare chiaro e evidente che, salvo poche e riconosciute eccellenze, il mondo editoriale è pieno di cialtroni (più o meno consapevoli), incompetenti misti, maneggioni e raccomandati di varia natura; tutto poteva filare liscio finché il mercato non aveva problemi e a dire il vero la poca editoria di qualità riusciva a ritagliarsi un suo piccolo spazio e riusciva a sopravvivere.
Ora purtroppo no, c’è la crisi che, con la sua enorme falce, sta mietendo vittime senza distinzioni e senza remore.
Tutto questo mi rendo conto è terribile, ma può e deve essere uno sprone e una occasione per cambiare la cose.
Faccio un appello a tutti: stavolta tocca a noi.
Ognuno di noi nel bene e nel male ha una piccola potenza dalla sua parte che da sola è inutile, ma che unita a molte altre diventa una carica dagli effetti deflagranti.
Mi riferisco ai soldi nelle nostre tasche.
E’ vero, una grande industria se ne può sbattere altamente se un solo pinco pallo qualsiasi si lamenta e smette di comperare i loro prodotti, ma la cosa comincia a diventare molto diversa se siamo in centinaia a fare altrettanto.
Si passa a quel punto da essere considerato uno spaccapalle di turno a un trend negativo che sposta i fatturati, la qualcosa fa molto riflettere.
Dobbiamo diventare lettori consapevoli e forse ci ascolteranno (o più ragionevolmente ascolteranno il loro portafoglio).
Ma veniamo a cosa mi riferisco nello specifico:

1) Se non siete contenti di come si comporta una casa editrice, fateglielo sapere senza avere timori. Una legge di marketing dice che addirittura dovrebbero essere contenti di ricevere una lamentela da un cliente, perché vuole dire che vuole rimanere tale. Ovviamente sto parlando di lamentele, non di insulti, quelli non sono accettabili. Una lamentela è educata, puntuale e circostanziata. Vi assicuro che una isolata mail di protesta non conta nulla, mentre una discreta serie fatta da persone diverse hanno tutto un altro sapore.
2) Diffidate dagli editori che operano solo una politica fatta sul prezzo ribassato e niente altro; la qualità scoccia dirlo ha un prezzo che deve essere pagato e riconosciuto; questo non vuol dire che non ci debbano essere offerte, ma quelle appunto sono un’altra cosa.
3) Premiate e fate pubblicità di chi, secondo voi, si ben comporta. Il passa parola rimane da sempre il mezzo pubblicitario più efficace e riconosciuto. Ricordate non state facendo una marchetta, state premiando la qualità.
4) Punite commercialmente chi secondo voi non vi tratta con il dovuto rispetto. Faccio un esempio personale: un mio scrittore preferito è stato a mio avviso tradotto in maniera scriteriata da una grande casa editrice: volumi (a differenza della edizione originale) spaccati in più parti accampando scuse ridicole. Io nel mio piccolo ho cessato di comprare i volumi in italiano e so che altri hanno fatto altrettanto. Ad una bieca scelta commerciale lesiva del lettore va sempre risposto con ciò che queste aziende maggiormente temono, ossia un calo delle vendite.
5) Non abbiate paura di provare a leggere le auto-produzioni, ma anche lì siate intransigenti, cercate la qualità…e sopratutto pagatela.

Sembra un discorso folle (e forse in parte lo è), ma forse l’unico mezzo per far cambiare le cose sono i nostri euro e l’assoluta consapevolezza che il comportamento del singolo non conta nulla, mentre quello della massa sì.

Racconto Bonsai: Hybris.

 

hybris

Gli Dei nella loro superiore saggezza danno e tolgono.
Io, Eufuriore, continuo a camminare su questa terra mentre tutto intorno a me diventa polvere e muore con lentezza.
Ho visto cadere Troia, decadere Sparta e Atene, ma persisto a sopravvivere negli anni.
Nessuna spada o lancia impugnata dall’uomo riesce a ferirmi e anche il tempo mi passa attorno senza intaccarmi.
Maledetto dagli Dei ecco cosa sono, colpito dalla loro collera per aver osato rinnegarli, per aver istigato i miei pari a fare altrettanto.
Hybris, la Superbia, ecco la mia colpa e questa è la mia pena: continuare a rimanere in vita, mentre attorno a me tutto muore.
Trattenere una risata mi è sempre più difficile e tenere la mia maschera affranta una vera tortura.
Punizione?
Sciocchi immortali ebbri d’ambrosia, non avete capito nulla.
Questo è un dono che fate al signore di tutti i superbi.
Vivere per sempre è la sola cosa che desideravo più di ogni altra.