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Recensione: Il figlio di Superman

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Sinossi: Jon Kent è il solito nerd secchione, come tanti negli Stati Uniti. Sua madre, Lois Lane, è una famosa e ricca sceneggiatrice, mentre suo padre, il giornalista, Clark Kent è morto molti anni prima. Poi all’improvviso una esplosione solare risveglia in Jon dei poteri sopiti e il ragazzo scopre di essere il figlio di un grandissimo eroe scomparso: Superman.

Commento: Il genere del “What if” è sempre stato quello che mi ha riservato nel corso degli anni le più grandi sorprese in ambito fumettistico e questo “Il figlio di Superman” non fa eccezione. L’ucronia incontra la distopia in un connubio riuscitissimo: in un mondo futuro (a noi poco lontano a dire il vero) gli esseri umani sono prigionieri di un sistema oppressivo che li guida e controlla, mentre il livello tecnologico generale si è “incomprensibilmente” elevato.
Ma la cosa che lascia veramente è la rivisitazione data ai più importanti supereroi: Batman, Wonder Woman, Martian manhunter (come tutta la Justice League) e lo stesso Superman ne vengono stravolti e reinterpretati.
Chi sono i cattivi? Chi sono i buoni?
Devo dire che gli autori hanno fatto un lavoro veramente eccellente nel rielaborare tutti gli elementi classici del Superman “old age” e stravolgerli creando un nuovo mondo, estremamente coerente e accattivante.
Lo stesso concetto di Superman viene rivisto e rigirato come un guanto.

Giudizio finale: un lavoro ben fatto, ben scritto, discretamente disegnato, che trasuda una estrema conoscenza dell’universo DC, ma che risulta fruibile anche per un profano. Consigliatissimo anche per i non fan dell’Azzurrone.

Recensione: The Iron Ghost

IronGhost

Sinossi: Berlino, 1945. La gloriosa capitale del Reich è ormai una fabbrica perpetua di macerie, incalzata dai bombardamenti degli alleati e dall’arrivo imminente dei russi.
In questo scenario da incubo si muove uno spietato giustiziere che comincia a fare strage di nazisti…
L’ispettore Tannhauser e il suo vice Voltz indagano per fermare questo spietato assassino.

Commento: Non nascondo la mia innata (e mai celata) passione per i giustizieri mascherati. Personaggi come The Shadow (l’Uomo Ombra), The Spider (non confondere con Spiderman) e Green Hornet sono a tutt’oggi i miei preferiti: combattere i mostri, spesso venendo a patti con la propria oscura è sicuramente una tematica di recente riscoperta (a questo riguardo non devo nominare il recentissimo successo cinematografico del “Cavaliere Oscuro” di C. Nolan, che sfrutta a dovere e con sapienza questo archetipo).
Iron Ghost su questo versante fa un altro salto verso la parte ancora più buia: un Punitore (il personaggio della Marvel è un altro personaggio che adoro) che porta la sua giustizia sotto forma di vendetta, che non cerca di far capire le sue motivazioni, ma esegue il suo compito con spietata efficienza.
Chuck Dixon tratteggia una storia cupa, disperata, nerissima, mentre il disegnatore Sergio Cariello con il suo stile asciutto, essenziale (e per certi elementi minimali forse un po’ barocco) mette in scena il tutto con efficacia.

Giudizio finale: Molto consigliato. La storia avrebbe avuto di un maggior spazio per essere dipanata  in una efficacia che mi avrebbe probabilmente fatto urlare al capolavoro, ma soffre del difetto (ma per molti potrebbe essere un pregio) di voler e dover essere un albo auto-conclusivo. C’è sicuramente il rammarico di immaginarsi che cosa sarebbe potuto essere la storia con una maggiore respiro.

Top 5: I cinque migliori autori di supereroi

Ebbene si, ora è tempo di un’altra Top 5 e come dice il titolo è mia intenzione parlare di quelli che considero i migliori autori in campo super-eroistico. Lavorare al progetto “Dossier: Ultimate Waffe” mi ha costretto a un lavoro di documentazione certosino non solo storico (l’ambientazione della Seconda Guerra Mondiale è decisamente vasta, per usare un eufemismo), ma anche di genere.
Ho snobbato per anni i fumetti dei super-eroi trovandoli spesso banalotti e bi-dimensionali; negli ultimi anni alcuni autori (presenti in questa mia personale classifica) sono riusciti a farmi cambiare idea.

Ma iniziamo.

5) Allan Moore. Semplicemente l’icona del fumetto moderno. Solo con “Watchmen” ha di fatto sovvertito e innovato qualsiasi concezione di super-eroe mascherato fino ad allora possibile, generando un capolavoro. Ma è anche andato avanti producendo altri capolavori come “V for Vendetta”, “Top Ten”, “La lega degli straordinari Gentlemen”. Precursore.

4)Mark Waid. Una discreta di autore di fumetti che raggiunge l’apice con la creazione della saga “Irredeemable” e del suo protagonista in negativo, il Plutoniano. Waid ci mostra la malvagità e la consapevolezza di cosa può fare veramente chi ha nelle mani il potere di un dio quando si vota al male. Estroso.

3)Garth Ennis. Ha sicuramente scritto tra le più belle (a questo riguardo vi rimando a questo mio post: https://nicolacorticelli.wordpress.com/2011/12/19/recensione-the-punisher-kills-the-marvel-universe/) e crudeli storie del “Punitore”; questo ha certamente influenzato Ennis che ha poi creato l’incredibile saga dei “The boys”. Genio, sregolatezza uniti a un sadico umor nero, prima sconosciuto negli eroi mascherati. Policitally Scorrect.

2)Joseph Michael Straczynski. In quasi in ogni cosa in cui ha messo le mani ha sempre messo un tocco personalissimo e originale (anche se onore della cronaca gli hanno attribuito il soggetto del film su “Thor” di Branagh, veramente brutto) creando saghe stupende come “Rising Star”, “Supreme Powers”, “The Twelve”. La forza dei suoi personaggi è che sono reali, veri, plausibili; non super-eroi, ma uomini con super-poteri.
E’ secondo solo per un soffio. Perfetto.

1)Warren Ellis. Genio e non posso dire altro. Ha rigirato come un guanto il concetto di super-eroe e di super-essere lasciando il mondo senza fiato; opere come “Supergod” (di cui rimando alla mia recensione:https://nicolacorticelli.wordpress.com/2011/10/16/recensione-supergod-fumetto/) e “Black Summer” sono semplicemente epocali. Fenomeno.

Recensione: The Punisher kills the Marvel Universe

Sinossi: In uno scontro mortale fra super-eroi e invasori alieni un’astronave precipita su Central Park a New York, uccidendo nell’impatto tutta la famiglia dell’agente di polizia Frank Castle.
Arrivato sul luogo del disastro e ascoltando i discorsi dei super-esseri (onestamente ben poco eroici nella loro mancanza di pietà verso le vittime innocenti, considerandole come “ovvie” perdite collaterali) Frank perde la ragione e fa fuoco, uccidendoli, alcuni mutanti in preda alla rabbia.
Verrà condannato all’ergastolo e imprigionato…o forse no?

ATTENZIONE IL COMMENTO CONTIENE SPOILER

Commento: E’ il 1996 e mancano dieci anni all’uscita della saga “THE BOYS” (che rivoluzionerà grazie al suo umor nerissimo la concezione classica del fumetto supereroistico), ma Garth Ennis ha già le idee ben chiare in testa e non stupisce che in questa storia del Punitore alla “What if…” sia servita di banco di prova per la futura opera.
Lo spunto è semplice e basico: in questo mondo alternativo Frank non ce l’ha con i criminali, ma con i detentori di super-poteri (criminali o eroi non ha importanza) e li vuole tutti morti. In questa sua crociata troverà degli inaspettati alleati in ricche vittime o parenti sopravvissuti, motivate come il punitore a eliminare questa “piaga dell’umanità”.
Ne esce fuori una visione della società niente affatto consolatorio; un mondo in cui il dio denaro può tutto (non a caso grazie agli introiti finanziari dei suoi alleati Frank riesce a fuggire di prigione nonostante gli omicidi commessi senza sforzo alcuno).
Anche i super-eroi ne escono da questo spaccato con le ossa rotte: arroganti e superbi, spesso indifferenti alla popolazione civile che hanno giurato di proteggere. Unica voce fuori dal coro è Daredevil, il solo a provare rimorso o dispiacere…e non a caso verrà lasciato per ultimo.

Giudizio finale: Molto buono. Frank non è mai stato così spietato, cattivo e determinato. Non importa quanto loro siano potenti, lui è più furbo e motivato. La differenza sta tutta lì.
Se vogliamo trovare un difetto è l’estrema brevità dell’albo che finisce per creare delle inevitabili parti “tirate via” o che avrebbero meritato maggiore approfondimento.
C’è da dire che la struttura delle storie “What if…” è proprio quella di essere volutamente breve.
Ennis si è poi rifatto con gli interessi con “THE BOYS”.

Top 5: Le migliori tematiche nelle saghe super-eroistiche

E alla fine dopo che altri amici Blogghettari si sono già dati da fare in questo ambito e alla fine sono arrivato anche io con le TOP 5.
E allora cominciamo:

5) Cambiare un addendo e stravolgere il super-eroe.

Una volta li chiamavano “What if?” (cosa sarebbe successo se?), poi l’industria editoriale fumettistica ha capito che il genere “tirava” e gli autori si sono potuti sbizzarrire in maniera incredibile.
Sono nate delle vere e proprie chicche in cui i super-eroi sono stati destrutturati, rivoltati come guanti, stravolti. I generi si sono mescolati e le ucronie si sono sprecate.
Un esempio tra i più riusciti è stata la saga MARVEL ZOMBIE, gustosissima divagazione degli eroi/x-men nel mondo dei non morti. La fame di carne umana si sa è una brutta bestia e anche il più retto si può trasformare in una macchina assassina quando la bramosia lo divora.
Tirando le somme, stravolgere le carte in tavole spesso genera dei risultati superiori agli originali.

Esempi consigliati: I primi due volumi della saga MARVEL ZOMBIE, MARVEL 1602.

4) Una buona dose di ironia rende tutto più crudo.

Si sa l’ironia (specie quella al vetriolo) sa enfatizzare e rende l’indigeribile sopportabile o quanto meno masticabile. Lo hanno capito anche molti autori che, pur non rinunciando alle tematiche adulte e non scadendo nelle tematiche squisitamente comiche, si sono adoperati nell’usare e nel costruire le loro storie con fortissime dosi di sarcasmo nero.
L’esito ha dato vita a una graphic novel interessantissima (e citazionistica all’estremo) come WANTED, in cui i super-criminali governano in segreto il mondo, e alla serie THE BOYS, in cui una squadra segreta “tiene in riga” tutti i super esseri del mondo sia buoni che cattivi.
Da segnalare a questo riguardo l’antieroe Marvel chiamato DEADPOOL: matto, fuori di testa, completamente folle nella sua ironia malsana, trai suoi vari poteri possiede la consapevolezza unica di essere in realtà un personaggio dei fumetti. Metateatro pirandelliano applicato ai Comics, fate un po’ voi.

Esempi consigliati: La saga di THE BOYS, l’albo WANTED, e il personaggio DEADPOOL.

3) E se gli eroi della “Golden Age” si ritrovassero ai giorni nostri?

Nato come escamotage per far rientrare in gioco super-eroi datati Seconda Guerra Mondiale, il genere ha assunto una sua autonomia personale e un valore autoriale di tutto rispetto. All’inizio fu Capitan America a essere ibernato e scongelato dopo cinquant’anni e poi arrivarono moltissimi altri.
L’idea base è semplice: cosa succederebbe a un eroe di quei tempi nell’essere catapultato ai giorni nostri? Un mondo in cui tutti i tuoi amici di un tempo o sono morti o vecchi decrepiti, un mondo in cui le tonalità di grigio sono molto più estese, in cui male e bene si confondono?
La risposta è: un vero casino; uno sfoggio di super-poteri misto a drammi esistenziali senza precedenti.
In realtà in questi albi è chiara la critica alla nostra società vista dagli occhi di questi personaggi provenienti da un mondo in cui i contorni erano assai meno sfutati.

Esempi consigliati: la saga PROJECT SUPERPOWERS e THE TWELVE.

2) I super-eroi sono vigilanti, lo hai capito o no?

L’idea è basica, semplicissima: l’eroe mascherato (non importa se con poteri o meno) è di fatto un elemento fuorviante della società e a pensarci bene è proprio così. Effettivamente chi si mette (non importa con quali fini) a combattere i crimini (o presunti tali) con mezzi non autorizzati dalle istituzioni vigenti fa di lui un vigilante, un criminale che combatte i criminali agli occhi dello stato.
Già Alan Moore con il suo V FOR VENDETTA ci aveva dato una chiave di lettura in tal senso producendo un capolavoro di graphic-novel, ma anche i modernissimi autori non sono stati a guardare; un fulgidissimo esempio è stato BLACK SUMMER di Warren Ellis in cui la tematica in questione è portata alle estreme conseguenze.

Esempio consigliato: la graphic-novel BLACK SUMMER.

1) I super-esseri non ragionano affatto come gli esseri umani.

Immaginate di avere capacità sovrumane, di essere di fatto degli dei in terra, venerati, temuti dalle masse. Quale sarebbe il vostro comportamento? Quali sarebbero le motivazioni che vi spingono?
Certamente non quelle di un essere umano comune, limitato dal proprio fisico e dalle proprie inadeguatezze.
Una cosa è chiara: gli dei non ragionano come noi….proprio per niente.

Esempi consigliati: la saga IRREDEEMABLE e la graphic-novel SUPERGOD (vedi la mia recensione a questo link: https://nicolacorticelli.wordpress.com/2011/10/16/recensione-supergod-fumetto/).

Recensione: Supergod (fumetto)

Sinossi: In una terra alternativa, le superpotenze mondiali hanno cominciato una corsa agli armamenti tutta particolare; nessuna atomica o altro mezzo di distruzione di massa, ma la ricerca spinta della creazione del superuomo più potente.
Una scelta del genere porterà a sconvolgere il mondo.

Commento: Si può dire che un autore di fumetti è un genio? Certamente con Warren Ellis (autore di Supergod) si può  e doverosamente.
Cosa accadrebbe se l’uomo si spingesse troppo oltre nel voler giocare a fare Dio? E se nella sua follia riuscisse a generare un superessere quali sarebbero le conseguenze?
Ellis risponde con lucidità e estrema spietatezza a questa e altre domande con una trama coinvolgente, condita da un sarcasmo sotteso che acuisce la drammaticità aumentando l’empatia con il lettore.
Dopo la lettura di Supergod si potrebbe concludere che sarebbe meglio l’uomo non superare certi limiti.
Perché gli dei non ragionano come gli uomini.

Giudizio finale: consigliatissimo.